sabato 15 novembre 2008

ROCCA di LITIES (m 1.442): Sputatemi Addosso


Sabato 15 novembre 2008





Io e Paolino l'Alpino


Torniamo a Lities dopo un po' di tempo.
La rocca incute sempre rispetto ed oggi è spettacolare il contrasto con le montagne già innevate:


Da Cantoira saliamo al minuscolo abitato di Lities; c'è un bel sole e una decina di gradi, al nostro arrivo poco prima delle 10,00.

La via che saliremo si trova sulla parete sud-est: Sputatemi Addosso (5c D+ 160 m):

La roccia è un ottimo gneiss, che si caratterizza per la presenza di pareti verticali, tacche e liste orizzontali.
Dopo una piccola incertezza, troviamo l'attacco della via, alla base dello sperone sud-est della rocca.
Mangiamo focaccia e strudel, poi siamo pronti: ci leghiamo e parto io per il primo tiro (5b), subito impegnativo e verticale:

Non amo affrontare a freddo le partenze impegnative ed ho i miei bravi problemi a raggiungere la sosta; tra l'altro, a differenza di quanto letto sulla relazione, le soste non sono attrezzate, ma presentano due fix da collegare ed un maillon rapide.
Paolino mi raggiunge e sale il secondo tiro (5a); per la verità, più che salire, si traversa in diagonale verso sinistra; l'intera lunghezza è in traverso:

Il terzo tiro (5c) mi impegna molto: la via è molto fisica, atletica, mentre noi siamo più avvezzi a difficoltà di placca.
Scalo un diedro scuro e verticale, poi affronto un muro completamente verticale, issandomi su piccole tacche; quando mancano solo un paio di spit alla sosta, trovo un passaggio particolarmente ostico e fisico.
Dopo alcuni tentativi intervallati da resting, individuo un piccolo beccuccio su cui provo a poggiare il piede sinistro: pare tenere.
OK, anche se già affaticato faccio un ultimo tentativo, anche perchè ho già scalato 25 impegnativi metri di questo tiro e rifiuto l'idea di scendere e rifarli, anche da secondo!
Mi innalzo su precari appoggi, poi devo lasciare una presa per lanciarne un'altra, rovescia e con spazio solo per indice e medio della mano destra; è una lametta talmente sottile che temo si possa rompere...
Fortunatamente riesco a tenerla e posso rinviare, poi mi ristabilisco e proseguo.
Ancora qualche passo delicato ed ecco l'agognata sosta, su comodo ed aereo terrazzino:

Tocca a Paolino inerpicarsi lungo la parete:

Il quarto tiro (5c) è anch'esso fantastico e faticoso, caratterizzato da una lunga e verticale lama-fessura:

La lunghezza richiede movimenti particolari e continui spostamenti di baricentro; le parti in dulfer sono molto faticose, in quanto veniamo da altre lunghezze di corda di impegno atletico non indifferente:

Dopo la placca tecnica che chiude la quarta lunghezza, parto per il quinto tiro (5a), decisamente particolare: risalgo una breve placca, poi scalo lo spigolo arrotondato:

Infine affronto il cosiddetto passo del gatto, molto molto simile a quello salito lungo la Bonelli alla Rocca Provenzale (m 2.402). Si tratta di un camino-spaccatura obliquo, che salgo claustrofobicamente incastrato, al punto che mi devo togliere lo zainetto per poter passare:


Poi parte Paolino:

Eccolo incastrato nel camino:


Dalla sosta, una corda fissa conduce su un'ampia terrazza: è la cima della rocca, che presenta ancora una cuspide più alta.

Il sesto tiro (5c) affronta proprio la cuspide terminale: prima un diedro, poi una placca fino in cima.
Il passaggio dall'uno all'altra richiede però un passo di forza su una presa per mano destra, forza che Paolino non ha più...
Stanchi dagli sforzi fatti in precedenza e leggermente demotivati a causa del sentiero di discesa che passa proprio sotto quell'ultima paretina, decidiamo di evitarla e di scendere a sfamarci.

Il profilo della rocca dopo la discesa non troppo agevole lungo la boscaglia in forte pendenza:

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