sabato 1 maggio 2010

LA BAIARDA (m 723): Bastione del Gran Diedro


Sabato 1 maggio 2010


Io, Manu e Paolino l'Alpino

Maltempo ovunque, ancora una volta...
Andiamo per esclusione e la scelta cade sulla Baiarda (m 723), dove abbiamo ancora un lavoretto da finire, dopo la ritirata dello scorso inverno per troppo freddo...
Nuovamente in tre, partiamo alla volta del genovese, previa sosta per acquisto di libagioni e prodotti locali (focaccia di Voltri).
Parcheggiamo alla stazione di Acquasanta, da dove la vista verso la Baiarda è veramente sconfortante: nebbia e nuvoloniscuri la incappucciano, ma intanto non piove e tutto è asciutto, non è piovuto nemmeno ieri e stanotte.
Percorriamo il bel sentiero e ci inoltriamo nella valle del Rio Baiardetta; mezz'ora dopo, ecco apparire il nostro sperone, il Bastione del Gran Diedro (V D 8L):

Oltrepassiamo il Masso del Ferrante e cominciamo a risalire il pendio lungo il sentiero, fino ad abbandonarlo nei pressi del primo ostacolo da vincere: la Placca di Ubaldo:
Paolino dice che oggi non è in gran forma e si accontenta di salire da secondo.
OK, allora attacco io; ci leghiamo, è nuvoloso, c'è un po' di vento, ma le temperature ormai sono primaverili e si sta bene.
Salgo il muro fessurato:

La chiodatura qui è a spit piuttosto ravvicinati e recenti:

Mi seguono i compari:

Dopo un breve trasferimento, ecco i due fittoni che indicano l'attacco dello Sperone delle Clessidre:
Un muretto verticale, poi supero un breve strapiombo ed infine una bella parete verticale solcata da una grossa fessura:
Un breve trasferimento ci conduce alla base del Diedro del Tranviere, dove facciamo un po' di accademia sull'uso dei friend:
Manu si sente in forma e mi fa capire che gli piacerebbe passare avanti per salire il diedro.
Per me va benissimo, mi piacerebbe gli tornasse definitivamente la voglia di salire grandi vie...
Attacca il diedro, dalle facce perfettamente perpendicolari:
Manu sale senza eccessivi problemi:

Segue Paolino, quindi è il mio turno: all'inizio non mancano apiigli ed appoggi, poi la cosa si fa un pochino più impegnativa:

Come dimostra la mia espressione...

Una lunghezza veramente bellissima, anche "grazie" al serpentino che non lascia la stessa tranquillità e lo stesso grip sulla tenuta delle scarpette:

L'uscita :

Mentre Manu è bello tranquillo in sosta, c'è chi deve ancora combattere per strappare gli ultimi centimetri alla parete ;-)

Un breve trasferimento ci porta alla base della Via dei Camini, costituita in realtà da un serie di diedri ottusi belli verticali.
Manu resta davanti:
La prima parte del tiro offre buone lame e appigli, ma poi...

Personalmente ho trovato più impegnativo il diedro finale di questo tiro, rispetto al famoso Diedro Gozzini in alto:

Quasi tutta la salita avviene in spaccata: piede destro sulle sporgenze della faccia destra del diedro, piede sinistro spalmato in placca:



Ripeto: a parità di conformazione, se fossimo su granito o gneiss la placca non darebbe problemi, ma qui, su questo serpentino che pare sempre un po' sdrucciolevole (l'aria di mare???), la tenuta del piede dà meno fiducia:

In ogni caso, altra lunghezza bellissima.
Torno in testa io, la quinta lunghezza è divertente e più facile: una parete verticale, ma ben appigliata, ed un bombé finale, breve e intenso: eccomi alla comoda sosta, già raggiunto da Manu, con alle spalle l'incombente Gran Diedro Gozzini:

La sosta sull'aereo pulpito:

Percorriamo in conserva il facile ma esposto tiro che ci conduce alla base del Diedro Gozzini:

Manu si lancia lungo il diedro, verticale e ricoperto di una patina bianca che da lontano sembra ghiaccio, da vicino lo fa sembrare quasi dolomia!
Si parte subito belli atletici:

Un susseguirsi di spaccate, che è il refrain principale della giornata (sabato scorso era la volta delle dulfer...):

La nuvolosità permane, ma non scende una goccia, fortunatamente.
Sempre più su:



Al segnale, parte Paolino l'Alpino, mentre un gruppetto di 3 o 4 persone segue le nostre evoluzioni dal basso, accampati nei pressi del Rio Baiardetta col naso all'insù.
OK, tocca a me:

Il diedro è divertentissimo, verticale, ma ben appigliato, anche se l'atmosfera è un po' umida...

Poco dopo siamo tutti in sosta, ormai è fatta.

Risalgo l'ultimo facile tiro in conserva sprotetta...
Passo a fianco di una bella madonnina...
e sono fuori, in cima allo sperone.

Saliamo tutti, facciamo su le corde e vai con l'immancabile autoscatto in cima:

Raggiungiamo a piedi la vera cima del monte, poi scendiamo lungo il bel sentiero Frassati, scattando le ultime foto allo sperone roccioso salito:
Chiudiamo un'altra bellissima giornata, ancora una volta letteralmente rubata, strappata coi denti al maltempo, in attesa dei giorni grandi dell'estate imminente...

2 commenti:

SL ha detto...

Fantastic blog.Please keep it up.

DANI ha detto...

Thanx! ;-)