sabato 11 giugno 2011

PAVE' du CHARDONNET (m 2.600): Dessine-moi un Quatre Supérierur


Sabato 11 giugno 2011


Io, Manu e Paolino l'Alpino



Ancora una settimana di maltempo, poi finalmente uno spiraglio: meteo-france ci dà il benestare, così la destinazione è decisa, massiccio dei Cerces, nel Briançonnais.

Partiamo presto, per non rischiare i temporali pomeridiani.


Alle 5,00 si parte e subito Manu mi annuncia di aver lasciato a casa lo zaino... torniamo da lui, poi faccio rotta verso l'autostrada.


Sosta autogrill per colazione e alle 7,30 parcheggio a Névache, in Vallée de la Clarée.


Saliremo Dessine-moi un Quatre Supérieur (6a/A0 TD- 10L 280 m) al Pavé du Chardonnet (m 2.600), dove siamo stati un anno fa.


Dopo 40', eccoci in vista della parete, con una giornata splendida:

L'avvicinamento è condito da animate discussioni tra noi circa l'opportunità o meno di spittare tutte le vie del mondo, poi finalmente eccoci all'attacco della via.


Ci leghiamo e ci spartiamo la via: Manu salirà la prima parte, poi Paolino, quindi io.


Primo tiro (5a): Manu sale la placca iniziale, poi si infila in un diedro-canale sulla destra, fino alla comoda sosta:



Dal panoramico terrazzino di sosta, ammiro la magnifica piana erbosa che ci circonda, dominata dalla Crete du Diable (m 2.869) a sinistra e dalla Crete du Raisin (m 2.818) a destra:

Secondo tiro (6a/A0): Manu attacca la placca in diagonale verso destra, per infilarsi nel diedro-camino che la separa dalla parete adiacente:

Con movimenti piuttosto particolari, passa a destra, per tornare nuovamente a sinistra per qualche facile metro; poi, un altro passaggio delicato, in placca, con una lama staccata sulla sinistra (passaggio azzerabile grazie ad un cordino in loco); sbuca infine su un ampio terrazzo erboso, dove trova la sosta.

Terza lunghezza: prima facilmente lungo balze rocciose (3b), poi in un diedro verticale, ma senza difficoltà (4b):

Cambio della guardia: dopo un breve trasferimento, passa avanti Paolino lungo il quarto tiro (5b):

Da in alto pende sinistra una corda, segno di un problema per una cordata che ci ha preceduto (chissà quando...), verosimilmente una doppia incastrata. In effetti, la calata lungo questa via è fortemente sconsigliata...
Manu sale per secondo, io chiudo la cordata:

La sosta è su una selletta esposta, seppur piuttosto confortevole; intanto, un'altra cordata ci segue, formata da due francesi.

Paolino sale la quinta lunghezza (4c), in bella esposizione e con ottime prese, sullo spigolo:

Un altro trasferimento di una cinquantina di metri verso destra, poi la via diviene entusiasmante:

Sesto tiro (5b+): una traversata a destra su magnifico calcare grigio (come in tutta la via), poi un tettino da aggirare ed una lunga, splendida fessura da salire in dulfer, fino alla comoda sosta in cima al risalto:

Altro cambio della guardia: prendo il comando della cordata e salgo la placca che apre il settimo tiro (5a):

L'uscita è sulla destra, dove trovo una comoda sosta.

Mi raggiungono i compari:

Ottava lunghezza (5b), magnifica placca lavorata:

La chiodatura è a spit decisamente ravvicinati, si arrampica veramente plaisir, anche troppo...

Lo scenario alle nostre spalle è a dir poco bucolico, mentre il sole tiene duro:

Recupero i compagni:


Intanto già scruto e pregusto il tiro successivo (5a):

Poco dopo, me lo godo appieno, prima sul filo dello spigolo, poi in placca lavorata:


Dalla sosta, ormai la vetta è vicina, tanto che penso che la via sia finita.

In realtà, anziché ravanare lungo canalini un po' sfasciumati, gli apritori propongono ancora una lunghezza.

Salgo lo sperone sulla sinistra (4b), poi attraverso delle cenge rotte e vado ad attaccare la paretina finale, che mi conduce dritto in cima, quando sono le 13,00:


La vicina Crete du Queyrellin (m 2.936), dolomitica:

I francesi ci raggiungono in vetta dopo qualche minuto e ci scattano la foto di rito:

Siccome una cordata di loro amici sta salendo Retour en Névachie, aspettiamo, visto che lo scorso anno non ci è piaciuta per niente la discesa lungo il canalone di sfasciumi... Stavolta ci caliamo in doppia lungo la via dello scorso anno:


Il recupero della penultima doppia ci fa un po' penare, finché riesco a risolvere l'impiccio ed a proseguire la discesa.

Segue un meritato riposo con i piedi a bagno nel torrente:

Prima di andarcene, lanciamo occhiate vogliose alla Crete du Raisin (m 2.818), lungo la cui parete ovest (a destra nella foto) corrono itinerari molto interessanti:

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