sabato 16 luglio 2011

AIGUILLE de ROCHEFORT (m 4.001): Cresta di Rochefort e Parete Ovest


Sabato 16 luglio 2011
Io, Manu e Paolino l'Alpino



Una di quelle giornate da ricordare a lungo...

Tanto per cambiare, tengo d'occhio da un po' le condizioni nel gruppo del Monte Bianco: il mio prossimo sogno in zona è l'Aiguille de Rochefort (m 4.001) per la Cresta di Rochefort e la Parete Ovest (AD 800 m).
Il meteo sembra ok, così la organizzo, anche se mi spiace che non possano essere della partita Carlo e Bruno. Tra l'altro, il fatto di essere in 3 complica leggermente le cose, ma le condizioni impongono il carpe diem e si parte alle 4,00.

Viaggiamo tranquilli e spediti, prendiamo anche un po' di pioggia versol'imbocco della Vallée, ma niente di serio; parcheggiamo a Courmayeur, La Palud, verso le 6,50.

Ci prepariamo e lo sguardo è subito rapito dall'Aiguille Noire (m 3.772) e dalla grande Cresta di Peutérey:

A destra, la nostra meta, la cresta che collega il Dente del Gigante (m 4.013) all'Aiguille de Rochefort (m 4.001):

Saliamo con la prima funivia delle 7,30 fino a Punta Helbronner, da cui discendiamo sul ghiacciaio: il meteo è ok e la vista superlativa:

Davanti non abbiamo molte cordate e riusciamo a rimanere davanti ad un gruppo di almeno 15 persone: non è l'ideale averle sopra la testa nel canalino e lungo il tratto verso la Gengiva, come del resto lungo la Cresta di Rochefort...

Alle nostre spalle, il Monte Bianco (m 4.807) e la magica Combe Maudite, con i satelliti del Tacul, vero paradiso di granito rosso:

Abbiamo con noi una mezza corda da 60 m, che rispolvero dopo la salita al Cervino di 3 anni fa; ho letto che per le calate in doppia dalla vetta non è sufficiente la nostra solita corda da ghiacciaio da 30 m.

Paolino è davanti, poi Manu ed io a chiudere la cordata. Sono le 8,15.

Io comincio subito a spronare i compagni, sia per non avere troppa gente davanti, sia per essere certi di raggiungere l'ultima funivia delle 17,00.

Loro protestano e prendono in giro la mia supposta fobia da "ci ciulano la via"...

Puntiamo dritti al canalino visibile sulla sinistra:


Quando ci arriviamo, nessuno ci precede e saliamo senza problemi: la neve è ottima e gradinata; eccoci all'uscita:

Uno sguardo indietro verso il canalino e le cordate che ci seguono da lontano:

Il Monte Bianco visto da qui è veramente magnifico, abbellito da una nube lenticolare posata come un'aureola al di sopra della vetta:

Prendiamo ora a risalire il misto che conduce alla Gengiva, tratto odiato da tutti gli alpinisti... Qua e là comincia a saltar fuori il ghiaccio...

Salendo Manu ha problemi con un rampone, che non vuole saperne di rimanere regolato ed agganciato... c'è un problema tecnico, che risolviamo alla terza fermata in maniera brillante e definitiva, fissando il regolatore della lunghezza con una fettuccia avvolta più volte e fermata al punto di allaccio del rampone.

Manca poco alla Gengiva: possiamo già vedere la nostra cresta poco più in alto, fino alla meta finale:

Il meteo è ottimo, non c'è vento.

Alle 10,30 finalmente sbuchiamo sotto il Dente del Gigante:

E' fantastico essere di nuovo qui dopo 3 anni esatti, allora per la scalata del Dente, oggi per la Rochefort!

Alle 10,30 attacchiamo la cresta: è bellissima! Le condizioni della neve sembrano subito perfette, così come il meteo senza vento ed è presente una bella traccia:

Vado avanti io, seguito da commenti entusiasti:




Ci lasciamo alle spalle il superbo profilo del Dente del Gigante:

Alla nostra sinistra, la Mer de Glace scivola verso il Montenvers e Chamonix, dominata a destra dai Drus e dall'Aiguille Verte (m 4.122):

In breve siamo in prossimità della "grande meringa" che si protende verso nord:

Magnifico:

L'ottima traccia che, con diversi saliscendi, ci condurrà alla scura parete ovest dell'Aiguille de Rochefort (m 4.001):

Arriviamo ad uno dei tratti tecnici, il canale a 50° da discendere; c'è un ottimo ancoraggio per calata in corda doppia, ma visti i gradini già scavati nella neve e la laboriosità dello slegarsi per rilegarsi dopo la calata, decidiamo di scendere in conserva, faccia a monte:



Proseguiamo, a tratti abbiamo addirittura caldo.

Fortunatamente, a dispetto dei tanti racconti che descrivono code, lunghe attese, a volte nervosismo, praticamente non c'è nessuno sulla via!

Giunti all'anticima, ci aspettano passaggi molto delicati ed esposti:

OK, ormai siamo alla fine della cresta nevosa, sotto la granitica parete ovest dell'Aiguille.

Decidiamo di lasciare qui le piccozze (2 a testa) ed arrampicare tenendo i ramponi ai piedi, in conserva protetta. La parete presenta tratti di III grado, per cui richiede attenzione in queste condizioni.

Vado avanti io, ogni tanto rinvio una fettuccia che piazzo su spuntoni o una sosta che mi indica che sono sulla via giusta:

Man mano che saliamo, la cresta si allontana, ma la vetta si avvicina!

Sopra di noi non c'è nessuno, seguo il percorso più logico ed un diedro-rampa verso destra mi lascia vedere l'uscita in cresta.


Ormai ci siamo, scatto ancora una foto ai compagni:

Sbuco sulla cresta nevosa e pochi passi mi portano in vetta!

Il panorama è mozzafiato, quasi commovente, ed abbraccia tutto il massiccio del Bianco:

Manu esce sulla cresta sommitale a sua volta:

La via percorsa fin qui:

Scattiamo foto in ogni direzione:

Verso est, le Grandes Jorasses (m 4.208), mai ammirate da così vicino:

Il Dente del Gigante (m 4.013) in primo piano, sullo sfondo l'Aiguille du Midi (m 3.831):

Autoscatto di vetta: è il mio 22-esimo Quattromila:

Sono le 12,00.

Arrivano i primi, annunciati, sbuffi nuvolosi e si alza un po' di vento freddo.

Scendiamo, con due calate in doppia che ci depositano nuovamente sulla cresta nevosa:

I due ragazzi che ci seguivano a distanza, non sono saliti lungo la parete, ma hanno fatto dietrofront alla fine della cresta.

Il ritorno avviene tra i sintomi del mal di montagna, per i miei compagni di cordata, mentre io allegro e felice continuo a parlare da solo, decantando la bellezza del luogo e della via!

La risalita del canale:



Arriveremo alla funivia con calma alle 16,40, pienamente in tempo.

Nessun commento: