sabato 5 maggio 2012

SCOGLIO del LUP (m 1.600): Il Ritorno dei Lup

Sabato 5 maggio 2012

Io, Rena e Paolino l'Alpino








La giornata inizia male, ma poi va alla grande!
Viste le (solite) previsioni meteo nefaste, decidiamo di partire presto, poi si vedrà.
Manu non viene, causa i postumi della pantalera (...), così alle 6,00 sono da Paolino e poco dopo a Roreto, dove troviamo Renato preso dalla colazione.
La meta è la Valle Gesso, allo Scoglio del Lup (m 1.600), per salire la via Il Ritorno dei Lup (5c/6a   D   10L   430 m).
Forse Renato non ha ancora ben chiaro con chi ha a che fare... Infatti dice:"Ma non faremo mica una via di 10 tiri, con le previsioni di probabile pioggia?".
Verso le 8,30 siamo al parcheggio: purtroppo non solo la strada è bagnata, ma sta addirittura piovigginando con insistenza!
Inferociti, dobbiamo decidere il da farsi: rimanere e sperare in un miglioramento, visto che le previsioni non sono male per questa zona, oppure cambiare aria, senza però andare troppo lontano (il pomeriggio è piovoso un po' ovunque), né troppo vicino (non cambierebbe nulla...).
Optiamo per la prima: aspettiamo, anche perchè il mio inguaribile ottimismo mi fa intravedere una schiarita imminente... che in effetti si verifica poco dopo!
Si alza anche un po' di vento, ideale per asciugare le pareti.
Poco prima delle 9,00 ci prepariamo e percorriamo il sentiero di avvicinamento, nonostante il parere negativo di un signore che possiede una baita lì vicino:"Eh no, è troppo bagnata la roccia...".
Invece quando arriviamo all'attacco della via il sole ha avuto definitivamente il sopravvento e la roccia è praticamente perfetta, asciutta!
Ci leghiamo, salgo io da primo nei primi tiri.
Ora sono addirittura in maglietta, si sta benissimo.
La prima lunghezza (5b) mi sorprende subito per l'ottima qualità della roccia, uno gneiss granitico che man mano che saliremo diventerà sempre più granitico, a grana grossa.
Salgo una prima placca, quindi leggermente a destra lungo una fessura che solca un muro verticale, ove inserisco un friend medio, quindi esco ancora in placca, fino alla comoda sosta:
Il panorama alle nostre spalle è magnifico, con il gruppo dell'Asta a far da cornice:
La seconda lunghezza (5c) è bellissima: attacco la placca in diagonale verso destra, dapprima abbattuta, poi verticale e più tecnica; la chiodatura è perfetta, decisamente plaisir, così come la qualità della roccia.
Esco in cima al risalto e, dopo una forcella, supero il muro successivo, leggermente strapiombante ma con buone prese:
Esco su comoda cengia, dove sosto su un solido faggio e recupero i compagni:

Un breve trsferimento verso sinistra di 25 m ci porta alla base del tiro più bello della via.
Salgo il primo muretto, poi supero la placca in diagonale verso destra; ora la parete si raddrizza e scalo una magnifica fessura ad arco verso destra, in dulfer (5c/6a), oltre la quale inizia uno spigolo arrotondato elegante ed aereo, benché non difficile:
L'uscita dalla fessura:
Verso l'alto, lo spigolo si abbatte e, dopo 50 metri, trovo una sosta a spit in cima al pilastro:
I compagni mi raggiungono, divertiti:

Con sommo dispiacere, ma giustamente, cedo il comando della cordata: tocca a René!
Il quarto tiro prevede un passaggio di 5a in partenza, poi percorre un facile spigolo:
L'ottima sosta:
Alla fine potremo dire che la via è praticamente tutta scendibile in doppia, in caso di bisogno.
Quinta lunghezza (4b), prima in placca, poi Renato supera un breve piccolo strapiombo, quindi ancora in placca facile:
Il fantastico panorama alle nostre spalle:
Il Bivacco Gandolfo al Dragonet:
Renato sale il sesto tiro (4b), concatenandone forse due: sempre in placca lungo lo sperone:
Salgo da 2, chiude Paolino:
Passa avanti Paolino, anche se il tempo pare minacciare pioggia... Il settimo tiro (5a) propone una bellissima placca, fino alla sosta da collegare:
Io e Rena raggiungiamo Paolino, ma quando siamo tutti riuniti in sosta... ecco che inizia a piovere!
Anzi, in breve inizia a venire giù di brutto...
Che si fa?
Paolino propone di calarci, Rena pure, ma io sono l'ultimo a mollare, come al solito...
Dai ragazzi, aspettiamo qualche minuto...
Cheppalle scendere in doppia ad una sola lunghezza dalla cima!
Sarà il mio solito ottimismo, ma sono sicurissimo di vedere una schiarita in arrivo, uno squarcio nel cielo; infatti così è.
Ok, non piove più.
Il fatto però è che la parete è molto bagnata e Paolino dice che così non sale.
Renato fa il simpatico spaccone: ci sale lui di là!
In qualche modo, più o meno ortodosso, Rena si porta fuori dalle difficoltà dell'ottavo ed ultimo tiro (5c):
Lo raggiungiamo presto io e Paolino, poi inizia una lunga sorta di agonia per cercare la via di discesa...
Passiamo per la cima, ma niente, non troviamo alcuna discesa degna di questo nome.
Alla fine disarrampichiamo per uno sperone e riguadagniamo la pietraia, ripassiamo per l'attacco della via e torniamo all'auto.
Siamo belli stanchi, ma c'è il gusto particolare di aver letteralmente sgraffignato una scalata al maltempo!

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