domenica 28 dicembre 2014

ROCCA SBARUA (m 1.000): Cinquetti + Il Fungo

Domenica 28 dicembre 2014
Io e Paolino l'Alpino 

Oggi servivano grandi motivazioni, date le temperature proibitive annunciate e puntualmente verificatesi: -3°C al parcheggio...
Se aggiungiamo il mal di gola che mi attanaglia già da un paio di giorni, il preludio alla frittata è compiuto!
La voglia però come al solito prevale, così eccoci soli al parcheggio a prepararci.
Partiamo, mezz'ora dopo siamo ancora una volta sotto le pareti della Sbarua, perfettamente in ordine nonostante la leggera nevicata di ieri:

L'idea è di salire la via Il Fungo (5+   4L   100 m), che però si trova in uno dei settori più in alto, quindi decidiamo di arrivarci lungo una via non troppo difficile ed esposta al sole, date le temperature molto rigide...
La scelta cade sulla ripetizione della Cinquetti (5b   8L   200 m), la superclassica che io ho salito una sola volta e che come riscaldamento andrà benissimo:
Ci leghiamo e parto io:
Paolino sul secondo tiro (4c):
La terza facile lunghezza (3+):
Il bel quarto tiro (5b), con la dulfer iniziale ed il lungo arco verso destra, a sostare sotto il grande tetto:


Salgo io:
Al sole si sta abbastanza bene, abbiamo fatto bene a non farci scoraggiare.
Il quinto tiro (5b) mi impegna abbastanza:


Sesta lunghezza (4c), con passo strapiombante molto manigliato (anche grazie all'albero):
Il caratteristico traverso a destra della settima lunghezza, esposto ma facile:
La lunghezza conclusiva (5b), valutata facile ma in realtà non così banale:

In cima al Torrione Cinquetti, individuiamo la Torre del Fungo, dove corre la via che avevamo adocchiato.
Perdiamo un bel po' di tempo a far su le corde, incredibilmente intrecciate tra loro...
Intanto Paolino scende lato nord (provvidenziale la catena fissa per scendere le placche oggi ricoperte di ghiaccio...) e sale verso il secondo torrione, alla ricerca dell'attacco della via.
Come sempre in Sbarua si ravana non poco per trovare le vie, vuoi per i sentieri non proprio "da passeggino", vuoi per la frequente assenza di indicazioni e scritte alla base delle vie...
Alla fine individuiamo una linea di spit che potrebbe essere quella giusta:
Salgo il primo tiro (5+), prima in placca, poi superando un breve strapiombo in diagonale verso sinistra:




Paolino segue:
La seconda lunghezza (5) prosegue sostanzialmente in placca, sempre leggermente verso sinistra:
Il terzo tiro (5) sale una splendida placca in aderenza, poi piega decisamente a sinistra:

Dopo un traverso di 6 o 7 metri, supero un tettino e vado a sostare sulla placca verticale soprastante, dove Paolino mi raggiunge:
L'ambiente è magnifico, un oceano di granito!
L'ultimo tiro vede Paolino salire a sinistra una ripida placca, poi portarsi ancora verso sinistra:
La sosta è al di sopra dell'ultimo passaggio, a sinistra:
Su di noi incombe inconfondibile il grande fungo di granito, che dà il nome al settore.
Alle nostre spalle, il Monviso (m 3.841) fa bella mostra di sè, nelle ultime luci del pomeriggio:
Tentiamo di uscire dall'alto, passando per la cima del Monte Freidour, ma purtroppo, dopo aver raggiunto la cima del torrione, vediamo che non si scende facilmente dal lato opposto e, come del resto indicato in relazione, torniamo all'uscita della via per calarci in doppia:
Facciamo quattro calate con una sola corda da 60 m, ma attenzione: la seconda calata è in realtà leggermente più lunga, mi manca circa un metro e mezzo ad assicurarmi in sosta...
Dalla base della parete, scendiamo lungo il canalone di discesa del Cinquetti, con un ultimo sguardo sul Viso prima che scenda l'oscurità:
Tornati al parcheggio, il termometro segna -3°C...
Dal giorno successivo comincerà un raffreddore infinito e fortissimo, condito dai proverbiali "te l'avevo detto" in famiglia...

2 commenti:

Ghiro ha detto...

Auguri di Felice anno nuovo, ricco di nuove vie e cime e soprattutto relazioni fresche. Non deludeteci!
I vostri fans.

DANI ha detto...

Troppo buoni...
Buon anno a tutti (io mi tengo il raffreddore come ricordo della scalata a -3'C...)!!