mercoledì 28 dicembre 2016

TRE DENTI DI CUMIANA (m 1.348): Gervasutti

Mercoledì 28 dicembre 2016
Io e Simone

Bellissima giornata ai Denti di Cumiana!
In pianura fa freddino (siamo a capodanno!), ma in montagna si sta benissimo, anche oggi sarà così.
Finalmente riesco ad andare a salire la Gervasutti (5c/6a   6L   150 m) al Dente Orientale di Cumiana (m 1.348), una via storica e, a quanto leggo e visto dalla vicina Via dei Diedri che ho scalato tempo fa, bellissima.
Per l'occasione torno finalmente a scalare con Simone: solito appuntamento al freddo parcheggio, poi via verso il Pinerolese, colazione e parcheggio a Cantalupa.
L'avvicinamento qui è di quasi 1h 30', su sentiero molto bello, oserei dire piacevole.
Per l'occasione saliamo accompagnati da un bel cane, che ci ha accolti al parcheggio e ha deciso di seguirci; anzi, per la verità ci precede lungo il sentiero, come per indicarci la strada.
Eccoci finalmente all'attacco della Gervasutti, poco a sinistra dello Spigolo Sud del Dente Orientale, per intenderci quello sormontato da un'incredibile chiesetta abbarbicata sulle rocce sommitali:
Fa incredibilmente caldo e Pumin (così si chiama il cane, dotato di taghetta al collo) non è per nulla convinto di vederci salire su per le rocce senza seguirci, così appena io parto con la scalata abbozza una salita nel diedro a destra, riuscendo ad elevarsi di 4 o 5 m, per poi bloccarsi...
L'attacco è indicato da una targhetta con il nome della via; il primo tiro (5a) parte in placca:
Segue una serie di blocchi da salire ribaltandosi a destra, poi un diedro chiuso da uno strapiombo, che supero sulla destra, dove trovo un chiodo, per uscire poi verso sinistra fino al comodo ballatoio di sosta (spit e catena, mentre la via è attrezzata a chiodi):
Simone attacca a sua volta:

Il secondo tiro (5a) è semplicemente magnifico:
Resto davanti, Simone per oggi preferisce togliere ruggine (non scala da un po' di tempo) in sicurezza.
Un traverso a destra mi fa guadagnare la base di un diedro verticale:

Lo affronto deciso, chiodo in partenza e un altro pochi metri sopra:
Segue una fantastica cavalcata lungo lame e scaglie verticali, su roccia magnifica, sempre dritto fino a sbucare su un terrazzino sullo spigolo, dove sosto su spit e cordoni:
La prua di granito che ci sovrasta:
Roccia fantastica.
Simone intanto sbuca dalla dulfer e mi raggiunge in sosta:
A sinistra, Rocca Sbarua, con il Rifugio Melano in vista:
Dietro di noi, il Monviso (m 3.841), presenza costante:
Terza lunghezza (5c): leggermente a sinistra in placca, poi un bel diedro in aderenza fin sotto ad uno strapiombo, da cui esco a sinistra ancora per diedro:
Mi ribalto a sinistra, salgo in placca, quindi traverso a sinistra, rinviando un chiodo vecchissimo, fino alla comoda sosta:
Simone sull'ultima parte, prima della placca:
Dalla sosta posso già vedere il mitico diedro strapiombante aperto da Giusto Gervasutti nel 1937:
E' il quarto tiro (5c/6a): salgo un primo strapiombo, facile, al di sopra della sosta, poi percorro una rampa abbattuta verso destra, fino a salire la faccia destra del grande diedro che mi sovrasta:
Raggiungo un chiodo e inizio a salire in diagonale verso sinistra, seguendo una linea strapiombante; ben presto sono costretto ad un resting per studiare i movimenti successivi:
Non sarà l'ultimo: la via è piuttosto dura, secondo me il 5c/6a è molto stretto come gradazione; i piedi quasi totalmente assenti nei primi metri, le mani che trovano alcuni appigli piuttosto sfuggenti, non così netti:
Riesco ad uscire, anche se proprio l'uscita riserva ancora un passo delicato (non protetto, né proteggibile), poi salgo a destra lungo la cengia camminabile a reperire la sosta sul filo dello spigolo.
Simone avrà il suo daffare a salire il tiro, ma alla fine sbuca anche lui in cengia.
La prua sopra di noi:
Resto davanti per la quinta lunghezza (5a): senza difficoltà lungo l'aereo spigolo, poi rinvio un chiodo sotto ad un tettino e lo forzo sulla destra, con un singolo passo delicato, per poi proseguire in cresta facilmente:
Simone fa sicura in cengia:
Il proseguo del tiro, dopo l'uscita dallo strapiombo:
Simone sulle mie tracce:
Uno sguardo alla sesta ed ultima lunghezza (4a), una divertente cavalcata in cresta fino alla sommità del Dente Orientale:


La chiesetta abbarbicata sulla cima:
Ci siamo, il Monviso ci tiene d'occhio:
La croce di vetta e il panorama verso nord-est:
La discesa, di per sè comoda, ci dà qualche grattacapo nei primi minuti a causa del ghiaccio presente, sempre insidioso, poi diventa una bella passeggiata fino all'auto, quando ormai le tenebre la fanno da padrone.

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